giovedì 27 giugno 2013

CAP II § 3,4

L'ESPROPRIAZIONE
Anna De Vita, Attualità e vicende della questione proprietaria

La taking clause: origini, significato e sviluppi
La Costituzione federale non prevede espressamente l'attribuzione di un potere di espropriazione, o di "eminent domain" alla pubblica autorità.
Le radici dell'eminent domain moderno affondano nel diritto feudale inglese e nelle dottrine del diritto naturale. Da un lato, esso rispecchia il potere supremo del Re su tutta la terra del regno.
Dall'altro, il diritto naturale dello Stato di controllare la proprietà per il perseguimento di scopi superiori.
Cocke, locke e Blackstone elaborarono i fondamenti per impedire abusi del potere di espropriazione; affermano che il legittimo esercizio del potere di espropriazione esige due condizioni essenziali: il consenso del proprietario e l'approvazione del Parlamento.
Inizialmente non sorsero problemi con gli espropri, essendoci molta terra, e il governo coloniale era solito indennizzare i proprietari nel caso avessero apportato miglioramenti al fondo ma non in caso di aree nude.
Sotto la spinta di un forte movimento antifederalista venne poi accolta la richiesta da parte degli stati dell'emanazione di un Bill of Rights.
ha trasformato profondamente il ruolo delle Corti statunitensi, che, assumono il compito di giudici della costituzionalità delle leggi. E il problema dell'esercizio dell'eminent domain power appare innanzitutto come una questione costituzionale.
l compito principale della giurisprudenza statale fu di chiarire il significato del termine taking.
Si affermò dapprima una lettura rigorosa e restrittiva della formula costituzionale, per cui la taking clause venne applicata solo in caso di vera e propria ablazione del terreno per pubblica utilità.
Decisioni successive confermarono un'interpretazione estensiva della taking clause, limitando però l'indennizzo ai soli danni diretti e permanenti. Il dilatarsi del concetto di taking implicò anche un'accezione più ampia della nozione di property, ai fini dell'esercizio del potere di esproprio. Venne pertanto intesa come riferibile non più solo alla cosa materiale, alla terra, ma al complesso dei diritti reali minori (servitù, leases, restrictive covenants) gravanti sulla proprietà.
La giurisprudenza dichiarerà così legittimo anche un esproprio a favore di un privato, che successivamente riconverta l'uso del bene per finalità pubbliche.
Nel diritto statunitense, il problema della garanzia costituzionale della proprietà privata, nel progressivo sviluppo di un sistema di controllo pubblico dell'uso del territorio, si incentra sull'aggrovigliato nodo della c.d. taking issue. Ovvero, dell'individuazione di limiti costituzionali all'esercizio del police power, e di un criterio distintivo fra tale potere e il potere di espropriazione.
Analogamente a quanto avvenuto nel sistema italiano l'abbandono di una concezione restrittiva e materialistica di taking, sia riguardo all'oggetto che alla natura e alle finalità dell'istituto dell'espropriazione, ha reso estremamente arduo e complesso, prefigurare in astratto una linea di confine tra interventi espropriativi e interventi meramente limitativi, o conformativi della proprietà.
[...]

La Corte Suprema ha stabilito che il governo federale e ogni stato ha il potere di eminent domain, il potere di prendere per "uso pubblico" proprietà privata. The taking clause, l'ultima clausola del quinto emendamento, limita il potere di esproprio prescrivendo che deve essere corrisposto un "giusto compenso" se la proprietà privata è dato per uso pubblico. Il fondo di compensazione del quinto emendamento non è stato originariamente applicato direttamente agli stati, successivamente i tribunali federali hanno dichiarato che il Quattordicesimo Emendamento avrebbe esteso gli effetti di tale disposizione agli stati. I tribunali federali, tuttavia, hanno mostrato molta deferenza alle determinazioni del Congresso, e ancora di più per le determinazioni delle legislature statali, di ciò che costituisce "uso pubblico". La proprietà ha bisogno di essere effettivamente utilizzata dal pubblico, anzi, deve essere utilizzata o smaltita in modo tale da beneficiare il bene pubblico o l'interesse pubblico. Un'eccezione che trattiene il governo federale è che l'immobile deve essere utilizzato in esercizio delle competenze enumerate di un governo.
Il proprietario della proprietà che viene espropriata dal governo deve essere giustamente compensato.
L'esercizio del potere di polizia dello stato con conseguente assunzione della proprietà privata è stata a lungo ritenuta una deroga all'obbligo di governo di pagare un giusto risarcimento. Tuttavia la tendenza crescente è quella di compensare terzi innocenti la cui proprietà è stata distrutta o "presa" a seguito di un'azione di polizia.

LE IMMISSIONI
Giovanna Visintini, Immissioni e tutele dell'ambiente

ART. 844 C.C.
«Il proprietario di un fondo non può impedire le immissioni di fumo o di calore, le esalazioni, i rumori, gli scuotimenti e simili propagazioni derivanti dal fondo del vicino, se non superano la normale tollerabilità avuto anche riguardo alle condizioni dei luoghi.
Nell’applicare questa norma l’autorità giudiziaria deve contemperare le esigenze della produzione con le ragioni della proprietà.
Può tener conto della priorità di un determinato uso»

L'inquadramento delle "immissioni" fra i "fatti illeciti" è privilegiato dalla giurisprudenza francese che riconduce la problematica dei troubles de voisinage nell'applicazione dell'art. 1382 Code civil con una originale elaborazione della responsabilità oggettiva a carico dell'autore dei troubles che sia exploitant professionnel. Tale sistema presenta una coerenza logica ed economica e si fonda, dunque, sul principio di accollare all'imprenditore il danno da immissioni.
Nonostante la collocazione dell'art. 844, l'interprete italiano opta per un'analoga impostazione della problematica delle immissioni. Anzi la collocazione del divieto di immissioni fra i limiti della proprietà e la mancanza di qualsiasi riferimento alla colpa dell'autore delle immissioni consentono ancor più facilmente di fondare una responsabilità soggettiva.
Il carattere sicuramente ingiusto di un atto lesivo di un diritto reale quale è l'immissione eccedente il limite della normale tollerabilità dovrebbe comportare logicamente l'inclusione delle immissioni fra i "fatti illeciti" intesa questa espressione in senso ampio, con la conseguente applicazione della tecnica della responsabilità civile, e quindi delle norme generali sul risarcimento del danno in aggiuntaalla regolamentazione particolare dell'art. 844 c.c. Soltanto tale tecnica consente, a mio avviso, di realizzare un efficace controllo sulle immissioni, tramite l'iniziativa dei vicini danneggiati e non soltanto dei "proprietari vicini". Essa consente inoltre la copertura di questi danni in modo integrale eliminando costi aggiuntivi e diseconomie esterne. Infatti l'applicazione dei princìpi generali in materia di risarcimento da fatto illecito consente di non limitare il risarcimento al solo deprezzamento della proprietà danneggiata dalle immissioni, ma di estenderlo a ogni altro pregiudizio economico dipendente dalle immissioni.
Consente, inoltre, di riconoscere la legittimazione ad agire per ottenere l'inibitoria delle immissioni, non solo al proprietario cui l'art. 844 c.c. sembra implicitamente riservarla, ma anche in via analogica ad altri soggetti legittimati a trarre qualche utilizzazione economica dal fondo che subisce le immissioni, come per es. il conduttore.
nfatti l'inbitoria appare oggi, alla luce anche di scritti recenti, nell'ambito del nostro sistema di responsabilità civile come in quello francese, un rimedio di portata generale contro un fatto antigiuridico al pari del risarcimento del danno. La tecnica della responsabilità oggettiva consente, infine, di allargare il discorso alle immissioni c.d. di pericolo, cioè alla ipotesi in cui l'attività svolta in un fondo non causi immediatamente conseguenze dannose nei fondi vicini ma li esponga a pericoli, il che palesa la sua importanza sopratutto quando il pericolo riguarda la salute e l'integrità fisica degli abitanti i fondi vicini.
nfatti, secondo i principi generali, costituisce illecito non solo l'arrecar danno alla cosa altrui ma anche l'esporre a pericolo la cosa altrui.


A. Procida Mirabelli Di Lauro, Immissioni e rapporto proprietario

Nel sistema giuridico di Common Law i rapporti di vicinato trovano prevalentemente soluzione nella giurisdizione di Equity o di natural justice.
Legittimato all'esercizio dell'azione è colui che ha uno specifico interest in land, cioè un interesse giuridicamente protetto al godimento del bene che trova titolo nella proprietà, nel possesso, in un diritto di godimento su cosa altrui o in un future interest.

In Germania l'immissione può essere considerata lecita per il solo fatto di essere considerata espressione dell'uso normale consentito dalla condizione dei luoghi.


Nessun commento:

Posta un commento