LE TRASFORMAZIONI DEL DIRITTO DI
PROPRIETà:
a) LA PROPRIETà COME POTERE
RELATIVO, LIMITATO DAL DIRITTO PUBBLICO
Alla
fine del secolo, l'estendersi degli interventi dello Stato
nell'economia, inducono anche la dottrina privatistica a
riconsiderare i caratteri della proprietà.
Si
verifica un fenomeno che Paolo Grossi denomina di "relativizzazione
all'esterno e all'interno del diritto di proprietà".
Accanto
all'articoloo 436 del codice civile del 1865, che prevede limitazioni
della proprietà nascenti da leggi e regolamentii, prende sempre più
forma, sotto l'influenza del Codice austriaco, un limite generico,
attingente al diritto naturale e costituente un vero e proprio
principio generale dell'ordinamento: il diritto dei terzi.
Questo
rende la proprietà molto più limitata di quanto faccia l'art. 436.
Già
verso la fine del secolo scorso si può individuare una tendenza
dottrinale che, pur minoritaria, aveva tentato di elaborare un
modello concettuale di proprietà intesa non più come "assoluto
dominio", ma piuttosto come potere concesso al privato con molti
limiti.
I
limiti sono impressi dai poteri pubblici alla proprietà del singolo,
al fine di evitare che l'abuso del diritto o un uso eccessivo, rechi
danno ad altri.
Non
si tratta quindi di un intervento dello stato volto a contenere la
rendita, a operare una maggiore eguaglianza o a realizzare una
maggiore giustizia sociale; l'intervento dello stato è inteso come
intervento destinato a ridurre i conflitti tra gli interessi dei
privati proprietari.
Il
fondamento del regime amministrativo sulla proprietà privata deve
fissarsi sulla sovranità dello stato, che la esercità su tutte le
cose esistenti nel territorio.
La
nozione di sovranità dello stato è ben diversa da quella concepita
nel medioevo, in cui tutto era di proprietà del sovrano al quale
spettava il dominio diretto sulle cose e il cittadino poteva godere
solo dell'utile dominio.
La
concezione di sovranità dello Stato moderno deriva
dall'organizzazione della convivenza umana, ai fini di raggiungere un
benessere comune.
L'autorità
pubblica non è incontrollata e onnipossente -dice Fragola- ma non
risulta con altrettanta chiarezza quali sono i suoi limiti.
Lo
stato moderno deve bandire, nell'esercizio della sua potestà,
qualunque atto che non sia ispirato al benessere della collettività.
Lo
stato, quindi, con la sua azione di tutela, tende a evitare alla
collettività il danno che a questa può essere prodotto
dall'attività dominicale.
Il
contenuto delle limitazioni trova quindi la sua dterminazione nel
volere della sovranità, per questo motivo non è sindacabile. Il
limite esiste semplicemente nella formazione della legge.
b)
L'IDEA DI "FUNZIONE SOCIALE DELLA PROPRIETà NELLE ELABORAZIONI
DEL SOCIALISMO GIURIDICO
Il processo che conduce alla
definizione di funzione sociale della proprietà inizia gia alla fine
del secolo, con la trattazione della proprietà proposta dagli
esponenti del socialismo giuridico.
[…]
- LA LEGIGLAZIONE DI GUERRA
Gli eventi bellici che scuotono le
fondamenta della società europea nel primo ventennio del secolo,
comportano notevoli mutamenti anche nella disciplina della proprietà
privata.
Si moltiplicano infatti gli interventi
resi necessari dall'economia di guerra: per compiere
approvvigionamenti, per l'acquisizione di beni alimentari e
industriali, per migliorare e incrementare la produzione di terre
incolte o coltivate marginalmente, per agevolare le condizioni dei
congiunti dei militari al fronte, con il blocco dei fitti e la
proroga dei contratti di locazione di immobili urbani e per
realizzare altri fini, il legislatore provvede all'introduzione di un
numero amplissimo di provvedimenti che limitano notevolmente i poteri
dei privati.
La legislazione di guerra è il punto
di avvio di una nuova teoria dei poteri privati in materia di
proprietà, elaborata da F.Vassalli.
[…]
La nuova legislazione incide anche i
poteri del privato nella definizione dei contenuti dei contratti e
nel tipo di operazioni economiche ammesse dallo Stato: si dispone
infatti la nazionalizzazione di talune fonte di energia, si introduce
il monopolio delle importazioni, si introducono restrizioni in
materia di vendita e di commercio di beni alimentari, si circoscrive
l'autonomia negoziale nel settore delle locazioni.
Accanto alla proprietà assoluta si
delinea anche il dogma dell'autonomia contrattuale.
Lo stato ha iniziato a monopolizzare le
importazioni e ha organizzato come pubblici servizi queste attività
che prima costituivano materia del commercio privato.
Si assottigliano e riducono le
possibilità di date attività private.
Viene introdotto un elemento nuovo nel
negozio che diviene preminente data la limitata libertà di
contrattazione sul prezzo, sulla quantità ecc.
[…]
- LA FUNZIONE SOCIALE NEI TESTI COSTITUZIONALI. LA COSTITUZIONE DI WEIMER
Nel lungo cammino verso il superamento
del modello di proprietà dei codici dell'800 ha avuto notevole
rilievo la disciplina assegnata alla proprietà dalla costituzione di
Weimer, cosi denominata per la riunione dell'Assemblea Nazionale
tedesca fu convocata nell'omonima città nel 1919.
La costituzione, che doveva dare un
nuovo assetto alla Repubblica nascente, divenne famosa per la sua
modernità della sua logica e l'incisività delle sue disposizioni.
Nella sua prima
parte, il merito della cui stesura è da attribuire al democratico
Conrad Haussmann, ci si preoccupa molto di stabilire un equilibrio
tra il Reichstag e il presidente del Reich. Il parlamento
(bicamerale) viene eletto in base a un sistema proporzionale. Anche
il presidente del Reich viene eletto dal popolo ed è dotato di
grandi poteri: nomina e licenzia il cancelliere e, su sua proposta, i
ministri della repubblica, i quali hanno comunque bisogno della
fiducia della maggioranza del parlamento; può sciogliere il
Reichstag e sottoporre a referendum qualsiasi legge approvata dallo
stesso parlamento; infine, ha ampi poteri in caso di grave turbamento
della sicurezza e dell'ordine pubblico.
Considerando il
preambolo della costituzione, si può notare a obiettivo della nuova
repubblica il perseguimento di azioni finalizzati al “progresso
sociale”, si disciplinano le nazionalizzazione, si prevedono norme
a tutela della famiglia, si tutela il lavoro ecc.
Nei rapporti
economici si sancisce il principio della libertà contrattuale con il
divieto dell'usura-
Soprattutto si
assegna una nuova disciplina alla proprietà privata in generale, e
alla proprietà agraria in particolare.
La proprietà
è garantita dalla Costituzione. Il suo contenuto e i suoi limiti
sono fissati dalla legge, può avvenire solo nell'interesse
collettivo.
Salvo che la
legge del reich non disponga diversamente, deve essere corrisposto
all'espropriato un congruo indennizzo.
L'uso della
proprietà deve essere volto al bene comune oltre che al
proprietario.
Le proprietà
fondiarie possono essere espropriate quando ciò sia reso necessario
per soddisfare il bisogno di abitazione, o per promuovere la
colonizzazione interna, il dissodamento dei terreni incolti e lo
sviluppo dell'agricoltura.
Nella
costituzione di Weimar, la formula della funzione sociale, espressa
in termini di obblighi imposti ai proprietari proprio in ragione
della loro proprietà, acquista un valore più incisivo di quello
delle elaborazioni dei giuristi di ispirazione socialista.
Particolare
rilievo nel concetto di funzione sociale assume l'accostamento
“diritto di proprietà – obbligo connesso a quel diritto”.
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